Olanda. Più bicilandia che mai

Il 2014 nei Paesi Bassi è l'anno del turismo a pedali. E le iniziative fioriscono: dal parcheggio dedicato più grande del mondo alla pista illuminata con luci ispirate a Van Gogh

Olanda, Paese della bicicletta: questo è il tema del turismo olandese nel 2014. Non c'è da stupirsi, considerando che è proprio la bicicletta l'icona nazionale dei Paesi Bassi, la nazione con la densità di veicoli a pedali più alta al mondo, dove il numero di biciclette, ben 18 milioni, supera addirittura quello degli abitanti, che sono in tutto 16,6 milioni. 

La bici è il mezzo preferito dagli olandesi di ogni età e strato sociale per recarsi al lavoro, a scuola, a fare la spesa, e naturalmente anche per fare escursioni: si valuta che la popolazione percorra nel complesso non meno di 15 miliardi di chilometri all'anno. L'Olanda dispone di 32.000 km di piste ciclabili, poco meno della distanza del giro del mondo, su un Paese grande come due regioni italiane, distribuite in maniera omogenea su un territorio pianeggiante particolarmente favorevole, con città realizzate totalmente a misura di ciclista. Nei centri olandesi le biciclette godono infatti di agevolazioni particolari rispetto agli altri mezzi, per quanto riguarda innanzitutto la sicurezza, vero problema in Italia, nonché la preferenzialità che rende gli spostamenti veloci ed agevoli.

Fuori dall'ambiente urbano, invece, scoprire l'Olanda in sella a una bicicletta permette escursioni tra i campi di tulipani in fiore, spesso a fianco di corsi d'acqua con scelte di itinerari di lunghezza adeguata a qualunque esigenza e numerose città storiche lungo il percorso. Lo scopo di quest'anno tematico è di far conoscere anche ai turisti stranieri le opportunità uniche che gli olandesi ben conoscono di spostarsi in bicicletta, invitando a scoprire le bellezze di un Paese di cui è facile innamorarsi


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Paura di volare? Ecco come e dove si può andare

La profezia risaliva al 1976, ma nel 1992 Tiziano Terzani, corrispondente dall’Asia e futuro scrittore, se la ricordò all’improvviso: «Nel 1993 corri un gran rischio di morire. Quell’anno non volare mai». Stanco e demotivato , a Te r z ani viene un’idea: continuare a fare il giornalista ma senza prendere aerei per un anno; nacque così il best seller «Un indovino mi disse». Ma per un italiano su due non è questione di profezie ma di pura e semplice paura. Se neanche icorsi organizzati dalle compagnie aeree funzionano ( per esempio, Virgin Atlantic ha creato il programma Flying Without Fear, mentre l’agenzia Texter-Millot con Lufthansa e Air Dolomiti organizza seminari per volare rilassati, www.paura-di-volare.it), è meglio fare comeTerzani e scegliere le migliori soluzioni via terra. Tante le sorprese: un Nizza-Mosca che raggiunge la capitale russa in 48 ore e il 20 Vostok che percorre i 9000 chilometri fra Mosca e Pechino in 6 giorni. In più si può scegliere fra la miriade di collegamenti via bus fra le città europee. 

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