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Due mani giganti cullano il New Golden Bridge vietnamita

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Per incrementare il turismo nell'area di Da Nang, nel cuore del paese, il governo ha finanziato la costruzione di questa struttura dall'architettura davvero insolita
di Christine Blau


Un paio di mani giganti emergono dalle verdi colline del Vietnam, sollevando un ponte splendente appena inaugurato nei pressi di Da Nang, nel cuore del paese, aggiungendo un ulteriore motivo per visitarlo.Sospeso ad un'altezza di 1.400 metri sul livello del mare, il ponte si compone di otto sezioni e si distende per oltre 150 metri. Le mani hanno un aspetto che le fa sembrare usurate dal tempo, come se fossero state costruite secoli fa.I visitatori possono passeggiarci sopra, attraversando siepi di crisantemi viola, circondati dalla vista dei monti della catena Annamita.

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Mare di smeraldo e coste strepitose: è l’Oman

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Omanoltre 3600km di spiagge incontaminate che si affacciano sul mare d’Arabia e sullo stretto di Hormuz. Lambite da acque color smeraldo, le coste dell’Oman si tingono di azzurri intensi, con scogliere rocciose e spiagge sabbiose che regalano sfumature di colore sempre diverse.


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Dove andare nel 2016: 30 idee da Lonely Planet

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Esce Best in Travel 2016, tra le pubblicazioni turistiche più influenti al mondo. Le 10 città, 10 regioni e 10 Paesi da vedere assolutamente. Poca Italia, molte icone e qualche sorprese. Ecco perché andare, e le dritte di Dove.
Dove andare il prossimo anno, quali città, paesaggi, nazioni dell’enorme pianeta Terra. Ognuno ha i suoi gusti, i suoi sogni, le sue priorità. Ma la Guida Best in Travel, annunciata ieri sulle principali testate dei cinque continenti (il 3 novembre la presentazione dell’edizione italiana) è unanimemente considerata, da 10 anni,  un’ispirazione autorevole.

La pubblicazione della Casa editrice australiana (in Italia con EDT) quest’anno sarà disponibile in italiano anche sul sito lonelyplanetitalia.it, e in libreria a partire da fine ottobre.
Le tendenze di viaggio  del prossimo anno allora? Si riassumono in 10 città da non perdere (vince la sorpresa montenegrina Kotor, 10° la Roma del Giubileo), 10 regioni, dalla Transilvania alle nostre vigne del Friuli Venezia Giulia, e 10 paesi: dai safari del Botswana alle Fiji del sogno tropicali, più una ventina di proposte-esperienze, che vanno da una notte nel tipico ryokan giapponese alla caccia all’hamburgher perfetto. Ecco il meglio delle scelte di Lonely Planet (con le dritte di Dove per partire).

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Nell'ultimo tempio delle geishe: ad Asakusa tra fascino e mistero

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Tokyo, tempio di Asakusa. Uno dei pochissimi luoghi del Giappone nei quali è ancora possibile assistere alle esibizioni di una geisha. Tutto il fascino dell’antica cultura nipponica prende vita in questi scenari incantati tra la musica, il canto e le danze di queste eleganti e colte intrattenitrici. Autore di questo reportage è il fotografo e giornalista Luca Marfé

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I 10 luoghi più "alieni" della Terra

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Neve tagliente, laghi esplosivi, cristalli alti il doppio di un essere umano e massi che rotolano senza che nessuno li abbia lanciati. Dai cieli dell'Australia ai ghiacciai del Bhutan, dalle montagne dell'Islanda ai fondali del Brasile, i 10 luoghi della Terra che si distinguono per le loro curiose peculiarità naturalistiche.

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I 14 posti più remoti del pianeta

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Ittoqqortoormiit è la città più isolata della Groenlandia. Solo 460 abitanti e turisti attirati fin qui da natura estrema e attività come sleddog e kayak

LA GALLERY 

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SIENA - MONTALCINO – VALLE D 'ORCIA –TRENO NATURA 27/28 SETTEMBRE 2014

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Una delle tappe obbligate per qualsiasi viaggio in Islanda è Jökulsárlón, il più grande lago glaciale dell’isola e d’Europa. Si trova a sud del ghiacciaio Vatnajökull, circa 80 chilometri prima dalla città di Höfn, se si arriva da Reykjavik.A inizio estate, quando le giornate sono lunghissime – quasi infinite – la luce del sole illumina la baia, rendendo il lago un immenso specchio. Le sue calme acque contribuiscono a dare questa sensazione, creando una perfetta simmetria.
LIVE FROM ICELAND

Jökulsárlón - Islanda

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E’ l’anno del glamping: 15 posti per un campeggio da re

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Niente picchetti da piantare nel terreno, zaino in spalla o file per i bagni: oggi si dorme in tende dotate di ogni comfort




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Capo Horn: lo scoglio più a Sud di Franco Brevini

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Samuel Gutierrez Vargas è il guardiano del faro più meridionale del mondo. Franco Brevini del Corriere della Sera lo ha incontrato. Ecco come vive

Samuel Gutierrez Vargas ha portato la propria famiglia a vivere nel punto più a sud del mondoÈ il guardiano del faro di Capo Horn, il lembo di terra più meridionale del Sud America, uno scoglio spesso avvolto nelle nebbie, di fronte a uno dei mari più tempestosi del pianeta. Samuel è un soldato dell’Armada de Chile. Cabo de Hornos, secondo la denominazione spagnola, si trova infatti nelle acque territoriali cilene e il guardiano del faro è il rappresentante della Marina di quel paese. «Ti aspettavo. Ho visto la nave. Come va?», mi chiede stringendomi forte la mano, non appena emergo dai centosessanta gradini della scalinata di legno mezzo marcio, che dalla piccola baia in cui si sbarca conducono alla spianata sommitale dell’isola. Lo zodiac che mi ha condotto a terra è ripartito saltando sulle onde grigie e fiorite di spume alla volta della Stella Australis, la nave che da dicembre a aprile percorre le acque tempestose intorno alla terra del Fuoco, sostando davanti al Capo.

Samuel è un omone dalla faccia larga e sorridente. Ha una trentina d’anni e indossa la divisa nera dell’Armada, compreso un basco appoggiato di traverso sulla testa, che non si capisce come possa resistere alle raffiche del vento patagonico. «Vieni, andiamo dentro—mi fa segno indicandomi una casa bassa e lunga dipinta di rosso, che si allunga ai piedi del piccolo faro—oggi soffia meno dei giorni scorsi, quando abbiamo avuto punte fino a 200 chilometri all’ora, ma siamo sempre al Cabo». 

Il tavolato dell’isola, che è stata dichiarata nel giugno del 2005 riserva della biosfera dell’Unesco, è completamente privo di alberi, anche se il clima umido fa crescere un’erba gialla e folta. «Qui l’umidità è terribile—urla Samuel piegandosi nel vento—registriamo valori costanti fra il 70 e il 90 per cento. Se pensi che in estate, cioè adesso, la temperatura si aggira sui dodici gradi, puoi capire che il posto è piuttosto duro. Hai sentito l’acqua del mare? Due gradi tutto l’anno, meglio non caderci dentro». Sull’elevazione che sorge in faccia al faro si staglia il gigantesco rombo metallico, in cui è scolpita la silhouette di un albatro: 120 tonnellate di ferro, capaci di resistere a venti più impetuosi. È stato costruito per iniziativa della Cape Horn Captain’s International Brotherhood, la cui sede si trova a Saint Malo, in Francia, ed è stato inaugurato nel 1992. Accanto, la lapide in spagnolo con i versi di Sara Vial: «Io, l’albatro che vi attende / alla fine del mondo... / Io sono le anime dimenticate dei marinai morti / che hanno attraversato Capo Horn / provenienti da tutti i mari del mondo». 

«Sono quattro mesi che stiamo qui al faro di Capo Horn» spiega Samuel facendomi accomodare in un salotto del tutto simile a quelli delle nostre case. La moglie porta una tazza di te. È poco più giovane di Samuel, con lunghi capelli neri che cadono sulle spalle. «Sono arrivato il 1˚ dicembre 2012 e ripartirò il 1° dicembre 2013. La mia funzione è di vigilare sul mare qui intorno, controllare il traffico delle navi e assicurare il funzionamento del faro». Samuel abita su questo remoto scoglio a centinaia di chilometri dalla città più vicina insieme alla moglie e a due bambini. «Anais, la ragazza, ha nove anni e Samuel, il maschietto, sette. Adesso dormono perché hanno guardato la televisione fino a tardi. Ma poi si alzeranno e faranno i compiti. La scuola la fa mia moglie, non siamo insegnanti, ma ugualmente cerchiamo di prepararli, perché, quando rientreranno alla scuola di Puerto Williams, dovranno sostenere un esame per passare alla classe successiva. All’inizio hanno sofferto un po’ per la mancanza dei compagni. Ora stanno bene, sono felici e si divertono. I viveri mi sono inviati dall’Armada de Chile e, grazie alla disponibilità di Cruceros Australis, ogni due settimane io do loro la lista della spesa e il denaro e loro mi vanno a comprare quello che mi serve a Punta Arenas o a Ushuaia». 

C’è intorno un’aria di normalità, che contrasta con il mare dello Stretto di Drake, che ribolle feroce fuori dalla finestra. «La scorsa settimana abbiamo avuto onde alte venti metri, ma quassù la vita è piacevole. La gente pensa che chi sta qui non abbia nulla da fare, ma non è vero. Ho le visite della gente di passaggio, i passeggeri di Cruceros Australis e gli equipaggi delle barche a vela. Devo identificare tutte le imbarcazioni che passano di qua, provenendo da Europa e Africa. I guardiani dei fari sono dei volontari. Uno dei motivi per cui ho scelto di venire qui è la mia famiglia. Quando stavo a Punta Arenas, o ero in navigazione o lavoravo in ufficio. Qui alla fin del mundo mi sto godendo invece una nuova intimità con loro. Esco, cammino, gioco con i bambini. La vita qui al Capo in questi quattro mesi è stata fantastica».


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Paura di volare? Ecco come e dove si può andare

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La profezia risaliva al 1976, ma nel 1992 Tiziano Terzani, corrispondente dall’Asia e futuro scrittore, se la ricordò all’improvviso: «Nel 1993 corri un gran rischio di morire. Quell’anno non volare mai». Stanco e demotivato , a Te r z ani viene un’idea: continuare a fare il giornalista ma senza prendere aerei per un anno; nacque così il best seller «Un indovino mi disse». Ma per un italiano su due non è questione di profezie ma di pura e semplice paura. Se neanche icorsi organizzati dalle compagnie aeree funzionano ( per esempio, Virgin Atlantic ha creato il programma Flying Without Fear, mentre l’agenzia Texter-Millot con Lufthansa e Air Dolomiti organizza seminari per volare rilassati, www.paura-di-volare.it), è meglio fare comeTerzani e scegliere le migliori soluzioni via terra. Tante le sorprese: un Nizza-Mosca che raggiunge la capitale russa in 48 ore e il 20 Vostok che percorre i 9000 chilometri fra Mosca e Pechino in 6 giorni. In più si può scegliere fra la miriade di collegamenti via bus fra le città europee. 

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Viaggi da fare almeno una volta nella vita: ecco i 40 posti posti più belli del mondo

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Dal parco nazionale del Grand Canyon 


all'isola Greca di Santorini, passando 


per le rovine di Machu Picchu, in 


Perù. 


Ecco una selezione delle foto che i 


viaggiatori di tutto il mondo hanno 


condiviso su Flickr e social network.


Per suggerire gli angoli del mondo 


che andrebbero visti almeno una 


volta, nella vita.


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Mar Rosso: perché sceglierlo come meta delle vacanze?

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Il Mar Rosso è distante poche ore di aereo dall’Italia, ha prezzi abbastanza abbordabili e offre mare e paesaggi a dir poco paradisiaci.

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Da Matera alla Namibia. Il fascino dei luoghi abbandonati

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L'incredibile incantesimo creato da città fantasma, case abbandonate sul mare o dal relitto di un aereo incastrato nel ghiaccio. 

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Wakhan, prigionieri sul tetto del mondo

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La vita dei nomadi è fatta di partenze. I kirghizi dell’Afghanistan si spostano da due a quattro volte l’anno, a seconda del tempo e della disponibilità d’erba per il bestiame. 

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I viaggi surreali di Kerstin

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Abito rosso, grembiule bianco, calzettoni con scarpe a pois, codini biondi: Kerstin zu Pan si fa ritrarre con il dirndl in situazioni surreali in giro per il mondo. Ne è nato un diario web irresistibile.


http://d.repubblica.it/argomenti/2013/01/04/news/moda_viaggi_curiosita-1445969/


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Buon viaggio nella Via Lattea Con una foto da 9mld di pixel

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Al solo pensarci gira la testa. Sia per le dimensioni dell'oggetto fotografato. Sia per quelle della fotografia in sé. L'immagine della Via Lattea che vedete qui sotto ha una risoluzione di 108.200 pixel per 81.500 pixel (ahem, sono circa 9 miliardi di pixel, presente?). La versione originale occupa 24,6 GB e l'ha “composta” l'Osservatorio Europeo Australe. 


Composta perché è una sorta di puzzle in cui ogni pezzo è costituto da una delle migliaia di foto scattate da Vista, il super telescopio dell'Osservatorio del Paranal. Quelle attraverso cui potete navigare sono sono 84 milioni di stelle. Il che, anche per l'Eso, è la raccolta più dettagliata fatta finora. Frutto di due anni ininterrotti di lavoro. 

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