Alpi. Le 10 piste da record

Per bellezza del contorno montano o difficoltà; per frequentazione altolocata o notorietà assoluta. Da Sestriere alle Alpi Bernesi, ecco i tracciati al top


Un senso c'era quando, in classe, ci costringevano a mandare a memoria sinistri acronimi per imparare in rigoroso procedere - da occidente ad oriente - i nomi delle catene dell'arco alpino. Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche, Noriche, Giulie: le lezioni sono finite e dai banchi di scuola anche lungo le piste si può andare a lezione di record. Con buona pace di filastrocche e maestre. Ogni anno di questi tempi c'è una pista che rinasce all'inverno come la più lunga, la più ripida, la più ... Ma accanto alle "solite note" ecco una serie di nomi e idee, tutte da podio.



La più panoramica. La Crochues di Chamonix, sul versante di La Flégère permette di sciare come dentro un documentario: davanti agli occhi scorrono i più bei paesaggi del massiccio del Monte Bianco con l'epopea delle scalata da leggenda, dall'Aiguille Verte al Dru, ai ghiacciai che solleticano la cima d'Europa. Alta definizione e dolby surround di emozione per la rossa esposta a sud e quindi ottimo "coadiuvante" per la tintarella che si perfeziona nelle baite della zona, fra muleset frites o reblochonnade.

La più scenica. Il Lauberhorn di Wengen non è solo la discesa più lunga di Coppa del Mondo. Spettacolare il passaggio fra le rocce dell'Hundschopf; originale il tracciato che incrocia perfino la cremagliera della Jungfraujoch. Spenti i riflettori del Circo bianco, però, questa pista è il cuore di un comprensorio amato anche da Clint Eastwood che lassù restò appeso in parete durante le riprese diAssassinio sull'Eiger e da James Bond, Al servizio segreto di sua Maestà, girato proprio fra quelle crode elvetiche.

La più ripida. Non vi inganni il nome: la Platta de Grevon rende ripidi anche i pensieri in un "full monty" di curve e traversi dalla cima del comprensorio fin quasi in paese. Solo a Pila si scia oltre il limite dei boschi a "tu per tu" con un tris di 4.000: Cervino, Monte Rosa e Monte Bianco. Tutti schierati e pronti per le foto. 



La più premiata. Chiedete a Deborah Compagnoni e Alberto Tomba che sul "colle" hanno tanto vinto (e sofferto...), facendo sognare migliaia di tifosi abbarbicati a reti e abeti. Era il 1997 e la Sises- Agnelli di Sestriere passò alla storia col suo muro costante dove disegnare slalom audaci. Anche le Olimpiadi del 2006 sono passate di qui dove è possibile sciare pure di sera grazie all'impianto di illuminazione.


La più selvaggia. È il canalone che tutto il mondo ci invidia. Non stonerebbe fra le Rocky Mountains il Groppera di Madesimo che s'incunea in fondo alla lombarda Valchiavenna. È un fuoripista trapunto di gobbe che mettono in subbuglio i muscoli. Dino Buzzati lo definì: «La travolgente meraviglia».

La più docile. È anche fra le più lunghe delle Dolomiti. È la pista "Dell'Armentarola". Uno scivolo docile che scende da Pralongià, nel cuore dell'Alta Badia, accompagnando sia le matricole dello sci alpino, che qui non avranno mai nulla da temere, sia i più esperti lanciati "ad uovo" a disegnare curve in velocità
(Lucia Galli - 12 dicembre 2013)

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